Spesso l’ottimismo è visto come un modo di essere poco realisti e non in grado di vedere le difficoltà contingenti.
Come se noi ottimisti (certo, mi metto anche io nella categoria, e sono fiera di esserci) fossimo dei grandi naïve che se ne vanno in giro col naso per aria, ad osservare le farfalle che svolazzano nel cielo blu, mentre una voragine galattica ci si sta aprendo sotto i piedi.
A parte che se mi si apre una voragine galattica preferisco avere come ultima visione un cielo azzurro e non una paura fottuta… ma a parte gli scherzi, no! Non ci sto più a sentire/leggere queste scempiaggini su noi ottimisti.
Ho avuto per anni un compagno che definire pessimista sarebbe un’offesa alla categoria dei pessimisti. Ho avuto anche una cara amica che si definiva realista (forse ancora più “pericolosi” dei pessimisti) con la quale ho discusso allo sfinimento.
Quindi questi semplici concetti che ora esporrò (parlo proprio bene a volte eh?) sono dedicati a loro e a tutti quelli come loro, che rendono più pesante la vita di ogni buon ottimista. Perché immagino che ciascuno di voi conosca un pessimista o un realista, vero? Sono ovunque, come la gramigna 😉
Vi prego di condividere con loro quanto segue… a volte qualcuno si converte all’ottimismo…
Churchill diceva: “A pessimist sees the difficulty in every opportunity; an optimist sees the opportunity in every difficulty.”
Il pessimista vede la difficoltà in ogni opportunità, l’ottimista vede l’opportunità in ogni difficoltà.
Interessante gioco di parole vero?
Eppure se lo riportiamo alla realtà (non quella dei realisti), prima di tutto ci rendiamo conto che, come dice la PNL, Programmazione Neuro Linguistica, la realtà non esiste, esiste la percezione che ognuno di noi ha della realtà.
È quella percezione che diventa la mia realtà.
Ecco perché pessimisti e realisti non vanno messi al muro ( 🙂 ) ma aiutati a capire questo semplice concetto: la Mappa non è il Territorio, ossia quando io vedo, ascolto, percepisco qualcosa, l’idea che me ne faccio è automaticamente filtrata attraverso le mie credenze, i miei programmi mentali, che dipendono ovviamente dalla società in cui sono cresciuta, la scuola, i mass media, la famiglia… discorso lungo e che richiederebbe dieci articoli per essere approfondito, ma il concetto è chiaro anche così, vero?
NON esiste la realtà come tale, ma la percezione che ognuno di noi ha della realtà.
Accettando questo semplice concetto, andiamo a rivedere chi sono gli ottimisti, i realisti e i pessimisti e vediamo, onestamente, chi ci conviene essere. Perché davvero essere ottimista o pessimista è una scelta, non sta scritto nel nostro DNA. Così come possiamo cambiare la maglietta estiva con una bella felpa se ci rendiamo conto che fa freddo e conviene essere più coperti per evitarsi un raffreddore, così si può decidere (si, ammetto che ci si mette un po’ di più rispetto a cambiarsi la maglia, ma si può fare) di diventare ottimisti.
Vediamo se siete d’accordo con me. La vita è piena di gioia ma anche di imprevisti e di problemi. Come li affrontiamo? Perché mica ci possiamo girare dall’altra parte e far finta che non esistano…
Il pessimista vede il problema e focalizza la sua attenzione selettiva talmente tanto sul problema (con conseguente profonda sensazione di essere sfortunato e partenza delle lamentele) che la soluzione proprio non la vede.
Il realista vede il problema e pensa che la soluzione sia così improbabile o difficile da raggiungere che nemmeno ci prova.
L’ottimista, partendo dal presupposto che per tutto c’è una soluzione, vede il problema e cerca, con tutte le sue forze, di trovare e perseguire la soluzione.
Questione di punti di vista, di percezioni della realtà, certo, ma ehi, sono cose che ti cambiano la vita!
Quindi, onestamente, meglio non vedere la soluzione e rimanere lì a lamentarsi del problema, o atteggiarsi a realista (che io penso sia solo un modo un po’ più elegante di essere pessimista) e attaccarsi alla presunta visione realista (ma la mappa non è il territorio!!!) del mondo, o meglio essere ottimista e vedere in ogni difficoltà la possibilità di superarla avendo così anche imparato qualcosa di utile?
A voi la decisione.
Cara, bello e necessario rileggere questi fondamentali concetti già più volte sviscerati con te.
Da quando ho avuto onore e opportunità di essere tua discepola il mio viso ha rughe nuove : quelle del sorriso permanente, però ancora me ne meraviglio.
Grazie, un abbraccio Mteresa
Che sono rughe bellissime, da coccolare e apprezzare, perchè sono il segno tangibile di una bella anima 🙂