Ancora un po’ e faranno i cioccolatini all’autostima.
Ma davvero, cosa è l’Autostima? Proviamo a definirla? Secondo te possiamo vedere l’autostima come un processo continuo, che avviene in tanti momenti della tua giornata e durante il quale tu valuti te stesso?
Ma in base a cosa ti valuti? Ti valuti in base alla tua auto-percezione di quanto “vali” in quel particolare momento.
Quindi auto-valuto la mia autostima, la fiducia in me stesso, dandole quindi un valore, che può essere alto o basso, ma rispetto a cosa?
Bella domanda.
In effetti, se ci pensiamo, non ci sono nella vita tanti argomenti assoluti, quasi tutto ha una unità di misura, un valore rispetto a qualcosa che viene usato come sistema di riferimento. Sappiamo per esempio che un bambino è alto se, rispetto all’altezza media dei ragazzini della sua età, ha qualche centimetro in più, che la nostra TV è bella perché è da 40 pollici in 3D, che siamo favolose nei nostri jeans taglia small perché gli uomini si girano a guardarci.
Quante certezze! Eppure l’altezza media dei bambini non solo è cambiata nel tempo, ma cambia a seconda della etnia. Quindi un ragazzo alto per l’India sarà probabilmente basso in Norvegia. E la nostra TV non sarà certo il massimo per un magnate del petrolio che ha una sala di proiezione nella sua villa. E nel rinascimento una magra così non l’avrebbero proprio filata per niente.
Quindi, tornando alla nostra autostima, una cosa importante come la fiducia in noi stessi noi la giudichiamo in base a modelli di riferimento che non sono assoluti, ma che magari ci sembrano tali perché ci conviviamo da sempre.
Assoluto, relativo…
Pensiamoci la prossima volta che ci diciamo (e diciamo alla nostra autostima) “Ecco, sono il solito incapace, non sono riuscito a fare…”
Perché se da un lato è importante alzare l’asticella e migliorare le nostre prestazioni, sarebbe sbagliato dimenticare i risultati già raggiunti per seguire aspettative sempre più grandi, rischiando magari, per un risultato meno eclatante del previsto, di mettere in discussione la nostra autostima.
Come al solito l’equilibrio sembra essere la soluzione migliore: ne’ stare sdraiati sui famosi allori (che peraltro ci sembra anche scomodo :-)) perché alla fine chi si addormenta è il nostro cervello, ne’ continuare a correre senza mai godersi il viaggio perché si corre il rischio di non accorgersi nemmeno di essere arrivati.
Quindi, autostima, teniamola d’occhio, valutiamola, ma non dimentichiamoci che la percezione del nostro livello di autostima nasce dai paragoni automatici che facciamo con le unità di misura a cui ci riferiamo.
Ho una buona autostima perché i miei amici mi apprezzano; ho una scarsa autostima perché le persone che mi circondano non si accorgono di me…
sono fiero di me perché ho…; sono scontento di me perché non ho…
ho fiducia nelle mie capacità perché faccio quel lavoro; sono sfiduciato perché non sono avanzato di carriera…
Prima di tirare le somme sulla nostra autostima, impariamo a farci delle domande, a chiederci se il nostro giudizio è proprio così infallibile, soprattutto quando la valutazione è negativa. Magari le persone che non mi stanno apprezzando hanno valori diversi dai miei; magari quella cosa che non ho oggi non mi serve proprio o forse, se davvero ci tengo, posso darmi da fare per riuscire ad averla; magari merito di più di una promozione e l’obiettivo vero è cercare un ambiente lavorativo migliore.
Allora, se è vero che l’autostima è la valutazione che facciamo, continuamente, delle nostre “prestazioni”, impariamo a fare il tifo per noi stessi, anche se non abbiamo proprio ottenuto il massimo in quel momento, perché è proprio in quel momento che è controproducente darci addosso. È proprio in quel momento che abbiamo bisogno di fare il tifo per noi stessi.
Lo sappiamo che è più facile da dire che da fare, per questo abbiamo pensato a un trucchetto facile facile per iniziare a migliorare la nostra autostima, leggi l’articolo sugli anti-PAN, e buon lavoro con la tua preziosa autostima!
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