Ho ripreso da poco ad andare in piscina, ma l’effetto benefico si sente sia nel corpo che nella mente. E approposito di mente…
L’altro giorno mi stavo godendo il meritato relax nella piscina con le postazioni per l’idromassaggio quando, senza nemmeno accorgermi, ho iniziato a seguire quello che avveniva sul bordo della piscina per il nuoto.
Sarebbe anche stato difficile non farlo visto il casino che facevano quegli urlanti ragazzini. Età media intorno ai 12 anni, metà maschi e metà femmine.
Dopo la lezione nella piscina bassa l’istruttore li stava evidentemente portando ad affrontare una nuova prova, quella della piscina dei grandi, quella dove “non si tocca”.
Fra me e me stavo pensando che era proprio bello vedere quel groviglio di “futuro del nostro mondo” alle prese con quello che sembrava essere contemporaneamente un divertimento, ma anche una sfida.
L’istruttore era sul bordo della piscina, aveva messo in fila tutti i ragazzini e li faceva tuffare a bomba, uno dopo l’altro, tenendo davanti a sé uno di quei lunghi cilindri di gomma piuma galleggiante. In quel modo chi si tuffava aveva a portata di mano un “facile appiglio di sicurezza”.
Ed ecco che mi sono accorta di una cosa apparentemente molto strana.
Tutti i ragazzini maschi si tuffavano senza nemmeno sfiorare il cilindro di sicurezza, anzi, alcuni lo allontanavano con la mano, quasi infastiditi, prima di tuffarsi. Tutte, ma davvero tutte, le ragazzine, invece, si avvicinavano facendo un po’ di scena, un passo avanti e uno indietro, e quando finalmente si decidevano, prima di tuffarsi si attaccavano al sistema di sicurezza.
Allora mi sono chiesta – possibile che tutti i maschi siano coraggiosi e sprezzanti del pericolo e tutte le femmine siano timorose e alla ricerca di sicurezza e protezione? Possibile che sia un caso? Possibile che sia una cosa innata?
E mi sono anche risposta di no, certo che no.
Avevo appena assistito ad un esempio di programmazione mentale in azione!
Quanti genitori, zii, nonni avranno usato frasi come:
“Tu sei un maschio, smettila di lamentarti, non essere fifone, sarai mica una femminuccia?”
“Lascia stare tua sorella, lei è una femmina e queste cose non le fa”
“Tu non puoi fare queste cose, non sei mica un maschio”
E la programmazione, soprattutto se arriva da persone di riferimento come gli adulti, fa in fretta ad attecchire…