Ieri ho postato un bel video sulla pagina FB della Pensione per Gatti mia e di mia sorella e il primo commento, ci avrei scommesso, è stato negativo.
In breve: si vede mia sorella che coccola una micia che, ancora un po’, cade dal ripiano, tanto apprezza e si gusta i grattini.
E, in sottofondo, il miagolio insistente di Luna, un’altra miciotta ospite per le vacanze, che ha la caratteristica di miagolare ogni volta che vede un umano, per attirare l’attenzione e farsi coccolare. Lo fa anche a casa sua.
Questo lo abbiamo scritto nel post che accompagna il video, e abbiamo anche detto che l’indomani avremmo postato un secondo video, dove invece si vede proprio Luna che miagola e riceve la sua dose di coccole, felice e contenta.
Il primo commento è stato “non mi sembra che il gatto che miagola sia contento” fra l’altro da una persona di passaggio, non una che ha messo il like sulla pagina, qualcuno arrivato lì chissà come, seguendo i magici algoritmi di Facebook 🙂
Ora, non è un problema, anche perché mi ha dato l’occasione di rispondere e rispiegare, ma anche, e soprattutto, l’opportunità di riflettere sul fatto che se leggiamo una notizia o guardiamo un video o ascoltiamo un messaggio, insomma qualcosa che possiamo commentare (come per esempio sui social, ma anche al bar mentre prendiamo l’aperitivo con gli amici) ci limitiamo spesso ad aggiungere un pollice su se la cosa ci piace, mentre se non ci piace siamo più propensi a lasciare commenti in negativo.
Provate a notarlo, ovviamente su post generici, non quelli in gruppi con “propensione” 😉 per la positività. Se la notizia è positiva ci saranno magari 50 like e 3 commenti, se la notizia è negativa, a parità di pollici versi e GRRRR, ci sono molti più commenti.
Come mai siamo “naturalmente” più portati a commentare, quindi a farci coinvolgere, dalle notizie negative che da quelle positive?
Colpa dell’amigdala? La parte del nostro cervello rettiliano che è particolarmente sensibile all’eventuale pericolo? In parte si, ma io credo che possiamo ritenerci cerebralmente superiori ad un rettile e concederci la capacità di superare le abitudini dettate dalla parte più antica del nostro cervello.
E allora perché, come diceva un mio amico anni fa, se da un lato di una strada ci fosse Gesù che fa miracoli e dall’altra parte un incidente con morti e feriti, sarebbero più le persone che vanno a vedere chi c’è fra le lamiere?
Perché siamo circondati da negatività, da notizie drammatiche, da catastrofi enfatizzate dai media.
E sappiamo che la nostra mente considera importante quello su cui, volenti o nolenti, ci focalizziamo.
Insomma cresciamo in una società che osanna il dramma e fa passare per scontata la gioia di un respiro.
Posso cambiare questa abitudine mentale?
Certo che si, basta iniziare a concentrare la nostra mente, come un raggio laser, sulle tante cose belle che ogni giorno succedono.
Questo non vuole dire essere naif e fregarsene dei problemi, questo vuole dire essere un po’ più equilibrati, vuole dire prendere la forza e l’energia dalle cose positive per poi non limitarci a lasciare commenti negativi, ma, di fronte ad un problema, cercare la soluzione.