Si può usare una paura più grande per superare una paura più piccola?
Ho appena visto un video di Marco Montemagno che mi ha ispirato molto. Anche se il suo titolo ha un NON in più rispetto al mio.
Ossia lui dice che non ha paura di cambiare, ma ha il terrore di rimanere uguale, che è un messaggio molto bello, un messaggio che io spesso condivido, ma che non trovo così diffuso come invece è quello che spesso proviamo e che può essere riassunto in
“Ho paura di cambiare. Punto”
La paura di cambiare, a volte, è talmente forte che non solo non ci permette di effettuare il cambiamento che avevamo in mente, ma ci fa arrendere prima ancora di comprendere che, se avevamo in mente un cambiamento, era perché qualcosa nella nostra vita non ci piaceva, ci stava facendo soffrire.
Quindi il non cambiare, con quel suo subdolo senso di tranquillità, di allontanamento dello stress, di rientro nel nido protetto della routine, non solo ci ha fatto dimenticare quali erano le ragioni che ci avevano spinto in quella direzione, ma, molto peggio, ci fa dimenticare quell’accenno di pensiero al quale ci eravamo aggrappati, quel “Se cambio posso diventare più… estroverso, sereno, allegro, felice, innamorato, ricco…”
Insomma la paura di cambiare ci ha fatto rinunciare ad un sogno che rischia di sparire per sempre, ma non solo, ci ha impedito di aprire quella porta. E oltre quella porta mica c’era solo la prospettiva a cui avevamo pensato, ma c’erano anche tutte quelle altre porte che nemmeno sapremo mai che esistono, con tutto quello che potrebbe esserci di bello oltre, perché non abbiamo superato la paura di aprire la prima.
E hai voglia a ripeterci che è meglio vivere di rimorsi (per aver fatto qualcosa di sbagliato… però non dimentichiamoci che gli errori sono ottimi insegnanti per crescere) che di rimpianti. Hai voglia a scrivere su post-it colorati “Insanity: doing the same thing over and over again and expecting different results.” e appiccicarli in giro per casa…
la paura di cambiare, di uscire anche solo di pochi passi dalla nostra comfort zone, ci ha fregato l’ennesimo sogno.
Ecco dove il video mi ha ispirato, perché mi ha ricordato che anche io avevo paura di ogni cambiamento e, qualche volta, ce l’ho ancora anche adesso, ma mi ha anche ricordato che è col terrore di restare uguale a qualcosa che non mi soddisfa completamente che ho superato la paura di cambiare.
Se ti trovi in uno di questi momenti, prova semplicemente a chiederti: “Mi va bene accettare di rimanere come sono (deluso, triste, introverso, solo, in difficoltà economiche…) oggi e anche domani e fra un mese e ritrovarmi fra un anno e fra 5 anni, esattamente uguale a come sono ora?”
Lasciati andare al malessere di immaginarti uguale anche fra anni… lascia che il malessere diventi paura e poi aumenti e diventi terrore di rimanere uguale a qualcosa che non ti piace.
E permetti a quel terrore di spingerti fuori dalla tua comfort zone, affrontare la paura di cambiare e superarla con un bel salto, per poi scoprire (e lo sai bene anche tu) che cambiare sembra così difficile solo da un lato del muro, quel muro che ti sembra così immensamente alto e che poi, quando sei dall’altra parte, vedi per quello che è:
un muretto sul quale puoi sederti e goderti un nuovo giorno, un nuovo te.
Buon terrore, amico/amica mia 🙂