Stai pensando che sono impazzita?
Cosa c’entra l’autostima con i drammi d’amore tipici delle telenovelas?
Tempo fa parlavo con una amica che è coinvolta in una relazione un po’ travagliata. Non c’è bisogno di scendere nei particolari, anche perché, chi più chi meno, le abbiamo vissute tutti, vero?
Mentre mi raccontava di come il suo lui stesse “rotolandosi” nel fango dei problemi, delle sfighe e del dolore, mi è tornata in mente una figura a me molto cara, la “vecchia” fidanzata di mio padre.
Diciamo che mio padre, persona fantastica per molti lati, aveva anche saldi programmi mentali legati alla misurazione del suo livello di autostima con le tacche delle donne che restavano ammaliate dal suo fascino affabulatore.
Ovvio che non fosse facile rimanere legata ad un uomo del genere. La prima a pagarne lo scotto fu mia madre e, quando lei morì (e probabilmente anche prima), la serie di fidanzate più o meno ufficiali.
L’unica alla quale ancora sono legata è una donna molto forte, determinata e portata all’azione, in tutto, tranne che in amore.
Probabilmente anche lei aveva i suoi bei programmi mentali in tal senso.
Quello che succedeva, alla luce di ciò che so oggi su come funziona la mente umana, era un gioco perverso di ruoli nel quale mio padre tradiva e lei ne soffriva. E fin qui tutto normale eh?
Attenzione però, più lui tradiva e più lei restava legata a lui, nonostante i litigi e le porte che si chiudevano e le cornette del telefono sbattute sulla forcella.
Io le ripetevo che non doveva accettare comportamenti simili, che anche se era mio padre, da donna a donna, le consigliavo di mandarlo a quel paese e andarsene per sempre.
E ancora, fino a qui nulla di davvero speciale, vero?
Eccolo lo speciale! C’erano periodi nei quali le cose fra i due filavano lisce e serene, nessuna nuova fiamma all’orizzonte, nessun potenziale tradimento in avvicinamento. Avrebbero dovuto essere momenti molto belli vero? E invece no! Lei tanto faceva che riusciva a riaprire quell’ipotetica porta quantica dell’universo che avrebbe a breve inviato una nuova donna e quindi nuove sofferenze.
Col senno di poi credo che il suo atteggiamento fosse guidato da un programma che probabilmente le diceva che l’amore senza sofferenza non è vero amore. Chissà dove l’aveva “imparato”, ma di sicuro fin da giovane, visto che anche le sue precedenti storie erano state lunghi tragitti di dolore e perdono e poi dolore e ancora perdono e via dicendo.
Forse le famose telenovelas non sono poi così false, forse c’è gente che ha bisogno di vivere una relazione travagliata per sentirsi apparentemente felice.
Ovviamente il rovescio della medaglia è che vivendo questo tipo di relazione disfunzionale la persona perde fiducia in se stessa.
E una bassa autostima in campo sentimentale spesso influenza anche l’autostima nelle altre aree della vita.
Un consiglio spassionato a tutti quelli che sono intrappolati in una relazione problematica: provate a chiedervi perché.
E rispondetevi senza tirar fuori troppe scuse 🙂